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Pubblicato: 27 settembre 2010 in Senza categoria

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Dogs & Movies

Pubblicato: 11 Maggio 2009 in VIDEO

Franco Pinna video

Pubblicato: 11 Maggio 2009 in VIDEO

“Metodo gentile”

Pubblicato: 26 ottobre 2008 in cinofilia
 

 

"Il Metodo gentile come filosofia di relazione !"

 

Ormai da tempo non si sente parlare d’altro, un metodo alternativo, innovativo, “il metodo gentile”; ma in cosa consiste?

Bisognerebbe considerare le varie prospettive, è gentile per chi lo adotta, o è gentile per chi lo subisce?
In effetti non dovrebbe essere esattamente un metodo, ma una filosofia di relazione ed insegnamento. Il cane è un essere intelligente, per sua natura devoto ed obbediente, alla luce di queste certezze, la filosofia del metodo gentile, vorrebbe interrompere la degenerazione delle filosofie precedenti, che mettevano come chiave fondamentale il rinforzo negativo e la punizione positiva, ovverosia la tendenza ad usare maniere coercitive e spesso violente, sia per obbligare il cane ad eseguire certi comandi, che per impedirgli di adottare certi comportamenti, “ smetto di punirti se  fai la cosa giusta e ti punisco se fai la cosa sbagliata!”

Il metodo gentile pone le sue basi sul rinforzo positivo e la punizione negativa, in sostanza “ verrai ricompensato quando farai la cosa giusta, mentre non otterrai nessun beneficio quando farai la cosa sbagliata!”
Il cane per sua natura e per sua psicologia reagisce con entrambi i metodi, infatti è disposto ad eseguire un azione se questo comporta far cessare uno stato di stress e frustrazione (rinforzo negativo) e altresì portato ad evitarla se questa comporta uno  stato emotivo negativo (punizione positiva); di contro ripete le azioni che portano vantaggi e soddisfazione (rinforzo positivo) e rinuncia volentieri a quelle che non danno giovamento (punizione negativa)!

A questo punto c’è da chiedersi: quale metodo adottare?

Partendo dal presupposto che con entrambi si arriva al risultato, bisognerebbe dare più importanza al  percorso, magari adottando un metodo più rispettoso nei confronti del nostro migliore amico! Si infatti è proprio questa la differenza, il metodo gentile si propone come una filosofia del rispetto, degli obbiettivi ma anche del percorso, la filosofia del convincere, che come si può facilmente dedurre dall’etimologia della parola, “ convincere   significa vincere con”  per ottenere questo risultato, bisogna rispettare alcuni presupposti: immaginiamo di voler insegnare al cane a sedersi, il sedersi per noi è l’obbiettivo!
Nel metodo gentile uomo e cane raggiungono contemporaneamente la reciproca soddisfazione!
Per far questo dobbiamo valutare l’esperienza da entrambe le parti, riprendendo l’esempio precedente, per dare soddisfazione alla condizione di reciproca e contestuale gratificazione, dobbiamo scindere gli obbiettivi: il ns, che il cane si sieda, il suo? Ottenere soddisfazione!, il sedersi di per se non costituisce certo niente di piacevole, per cui deve diventare non obbiettivo, ma strumento per raggiungere la soffisfazione! Immaginiamo che il cane adori la pallina, per la quale sia disposto a fare di tutto; bene a questo punto la pallina potrebbe rappresentare per noi lo strumento attraverso il quale raggiungere il ns obbiettivo.
Ricapitolando Il cane deve sedersi!
Per noi il sedersi è l’obbiettivo mentre per il cane è lo strumento
Per noi la pallina è lo strumento mentre per lui è l’obbiettivo:
Quando nell’analisi del metodo il ns strumento coincide con il suo obbiettivo, ed il ns obbiettivo con il suo strumento, abbiamo ottenuto la vittoria contestuale con soddisfazione collettiva!
Il cane, come essere intelligente si prodiga per adottare comportamenti destinati al raggiungimento della soddisfazione, mi spiego meglio: se un cane volesse la pallina che abbiamo in mano, potrebbe saltarci a dosso, abbaiare, insomma potrebbe adottare una serie di comportamenti in sequenza; se con attenzione confermassimo, con il premio, il comportamento desiderato, non tarderebbe a confermare l’azione, come da ripetersi!
Immaginiamo ora che il ns obbiettivo sia quello di impedire al cane di porre in essere una certa azione: il cane salta addosso, i cani adottano questo comportamento, di solito per catalizzare la ns attenzione, ora sarebbe sufficente fargli capire che quel comportamento non porta beneficio, immaginiamo di girare come una trottola mentre il cane salta su di noi, non dando un appoggio sicuro il cane spontaneamente metterebbe giù le zampe anteriori, a questo punto lo potremmo lodare e premiare, se dovesse riprendere a saltare, noi riprenderemmo a girare, non ci metterà molto a capire che se tiene le zampe a terra ci sono più probabilità di ottenere ciò che vuole!
Il metodo gentile lavora nella creazione di una presunzione di autoconsapevolezza, il cane infatti, svincolato da qualsiasi pressione o coercizione, sceglie liberamente di ripetere le azioni che portano beneficio, lui sarà sempre convinto di aver trovato la soluzione e la chiave di accesso ai suoi obbiettivi, ma  non sa che il codice comportamentale d’accesso, l’abbiamo creato noi confermando le azione che volevamo che ripetesse!
Il cane sarà convinto di fare quello che vuole, ma non sa che “quello che vuole” è racchiuso in un intervallo di definizione che abbiamo definito noi a priori!
L’elenco dei ns obbiettivi dovrà coincidere con quello dei suoi strumenti!!!

Ora per decidere quale delle due filosofie un buon cinofilo dovrebbe scegliere rinfreschiamoci la memoria su chi è veramente il cinofilo:

il vero cinofilo è colui che ama il cane come essere specifico, riconosce la sua diversità, sa che comunica diversamente da sé e studia ed impara il suo linguaggio, per meglio comunicare ed interagire con lui.
Il vero cinofilo impara a conoscere quali sono i bisogni specifici del proprio cane e si impegna quotidianamente a dare loro soddisfazione; sa cosa gli fa bene e cosa no, sa come farlo interagire con i suoi simili e con gli uomini, come farlo giocare, come nutrirlo; insomma come garantire il suo benessere!

Credo che se cinofilo significhi letteralmente amante della cinofilia,  non dovrebbe essere difficile valutare il metodo più coerente al sentimento che nutriamo verso il più fedele amico che l’uomo abbia mai avuto!  

tratto da articolo pubblicato su:

http://www.passionecinofila.it

di Franco Pinna

 

  Il cane domestico, trova nella sua origine il significato della sua presenza, non è altro che un lupo addomesticato, un essere che ha come impegno di vita, mettere a disposizione dell’essere umano le proprie qualità.

 

Impariamo a conoscerli per garantirci il controllo del loro istinto!

 

                           

  

                       

 
   
 
 
                          
 
 
 
 
                        
 
 
 
 L’essere umano spesso nella sua ignoranza si rende responsabile di incidenti cruenti, ……………….
 
 

                             

                                             Siamo assulatemente certi di trattarli sempre con il dovuto rispetto?

 

    
 
………….stimoliamo la cultura cinofila per tutelarci, per difendere e rendere giustizia al nostro migliore amico!

 
 
 
 
 

 

Il migliore amico dell’uomo

 

pluto 

       "Tanto e tanto tempo fa… quando l’uomo non era stato ancora creato, Dio, dopo aver creato gli animali, decise di dare ad ognuno un compito all’interno del Creato: “Nulla potrà dirsi essere stato fatto per caso, e nessuno dovrà sentirsi inutile nel mondo che io ho creato…”. Per fare questo decise di radunare intorno a sé tutti gli animali che fino a quel momento popolavano il Creato, e trascorrere con loro i due anni successivi, per valutare i loro pregi, i loro difetti, le loro predisposizioni.

Ben presto Egli si accorse che due anni era un tempo anche fin troppo lungo, e dopo un anno e mezzo, in un prato sconfinato, iniziò ad assegnare a ciascuno il proprio compito. Vennero chiamati tutti, ad uno ad uno, in modo che nessuno si sentisse escluso, e a tutti venne dato un compito diverso, ma egualmente importante e dignitoso.

Per ultimo Dio chiamò il Cane, e, ad esso, disse: “Caro cane, anzi, Caro amico mio, mi sei stato fedele in quest’anno, hai avuto attenzione per ogni mio bisogno: quando ero solo eri lì ai miei piedi a tenermi compagnia, quando ero triste eri lì pronto a darmi il tuo affetto, quando ero sperduto nel buio della notte, eri lì pronto a guidarmi con il tuo fantastico fiuto. Sei stato un amico, e mi hai mostrato di essere un fantastico compagno di vita, per questo a te attribuirò il piu bello fra i compiti: Tu accompagnerai ovunque la migliore delle mie creazioni: L’UOMO.”

Il Cane sorrise.

Dio però precisò: “Attento però, non è un compito facile: troverai uomini pronti ad accoglierti con amore e gioia, ma a volte ne troverai pronti a scacciarti con pietre e insulti. Troverai uomini pronti a darti una casa, un rifugio, del cibo, ma purtroppo ve ne saranno altri pronti a lasciare che tu alloggi in ricoveri di fortuna, in miseria, anche pronti a lasciarti morire di fame”

Il Cane adesso aveva perso quella luce gioiosa che lo aveva illuminato fino a pochi minuti prima, e per un attimo si chiese il perchè di tale scelta, si chiese perchè proprio a lui, e non …al Leone ad esempio, che con la propria forza sarebbe di sicuro riuscito a sopportare un così difficile destino… o alla volpe che di certo con la propria furbizia avrebbe inventato uno stratagemma per sopravvivere…
Dio però continuò il suo discorso: “Amico mio, adesso ti starai chiedendo il perchè io abbia deciso questo, perché proprio a te abbia assegnato questa sorte… e allora sappi amico mio, che da ora fino alla fine del mondo, questo sarà il destino che riserverò solo a coloro che più AMO”

Il Cane capì, e torno a sorridere…

Da allora l’Uomo e il Cane sono amici inseparabili…"

Sobery Maggio 11th, 2008

      

Il cane e la sua origine

Pubblicato: 16 settembre 2008 in cinofilia
 
 
 
 
 
 
IL CANE
 
 
 
L’origine del cane , inteso come animale domestico, risale a circa undicimila anni fa, quando uomo e lupo condividevano lo stesso territorio di caccia. L’uomo ormai a buon punto della sua lunga evoluzione, sfruttava la sua intelligenza nelle operazioni di caccia; mentre il lupo continuava
ad evolversi sviluppando sempre più i suoi istinti e sensi quali vista, udito, fisicità ed aggressività.

L’uomo pensò bene che, se quelle doti naturali fossero state a sua disposizione, le battute di caccia avrebbero avuto sicuramente esito più positivo. Cominciò così l’opera di addomesticamento del lupo per trasformarlo in cane.

 

   

Addomesticare un animale significa segnare la sua dipendenza nei termini di sussistenza e funzionalità nei confronti dell’uomo; ogni singolo soggetto di cane ha una sorta di consapevolezza genetica dell’importanza che riveste l’essere umano. La selezione delle razze ha poi contribuito a creare specifiche funzionalità e predisposizioni che potessero tornare utili all’uomo, come caccia, difesa, compagnia e all’interno di queste categorie ulteriori specializzazioni. Il cane nasce con delle caratteristiche psicoattitudinali strettamente legate alla nostra volontà , come dire che il colore del mantello o degli occhi, la sua altezza ed il suo carattere dipendono dalla volontà umana che, attraverso un’ opera selettiva attenta e scrupolosa, ha creato dei canoni di standard sempre più vicini alla perfezione.

"Il cane dipende da noi più di quanto possiamo immaginare, nel suo bagaglio genetico c’è l’importanza che riveste l’essere umano!"

 

 

 

 

 

 

il vero cinofilo

Pubblicato: 19 luglio 2008 in cinofilia o amore per i cani

 

 

Codice deontologico del cinofilo

Undicimila anni fa l’uomo e lupo fecero un contratto di mutua collaborazione, il lupo assunse il ruolo di cane l’uomo quello di padrone. In questo contratto sono menzionati gli impegni reciproci e le reciproche responsabilità, il cane non doveva pensare più al suo sostentamento, compito invece che spettava al padrone. Il cane doveva mettere a disposizione dell’uomo le proprie capacita psicofisiche per essere d’aiuto nella caccia ed in generale nei compiti di guardiano e difensore e non da meno compagnia.

Il cane da sempre fedele ai suoi impegni contrattuali svolge con meticolosa dovizia il suo compito; ci offre quotidianamente la sua presenza, il suo affetto incondizionato e la sua protezione, ma soprattutto ci da la sua estrema ed assoluta obbedienza e devozione. 

Il padrone dei giorni nostri è altrettanto fedele agli impegni ereditati?

 

     

  Oppure è iniziato un processo di regressione evolutiva dell’essere umano?

 

     

Per rispondere a queste domande rinfreschiamoci la memoria elencando quali sono gli impegni del padrone di un cane, ovvero di un Cinofilo:

il vero cinofilo è colui che ama il cane come essere specifico, riconosce la sua diversità, sa che comunica diversamente da sé e studia ed impara il suo linguaggio, per meglio comunicare ed interagire con lui.

Il vero cinofilo impara a conoscere quali sono i bisogni specifici del proprio cane e si impegna quotidianamente a dare loro soddisfazione; sa cosa gli fa bene e cosa no, sa come farlo interagire con i suoi simili e con gli uomini, come farlo giocare, come nutrirlo; insomma come garantire il suo benessere!

Come ottenere l’obbedienza incondizionata dai nostri cani?

Attraverso una comunicazione chiara e semplice che metta in evidenza e confermi sempre le singole posizioni sociali all’interno del gruppo!